è nato il docu-spot

cerca la pagina IL (DOCU)SPOT e guarda lo spot su Piazza dell’Immacolata di San Lorenzo.

Ci tengo a fare un po’ di ringraziamenti alle persone che hanno contribuito per la realizzazione dello spot:

Michele Gizzi per le attrezzature e la fotografia,

Chiara Romagno per essersi gentilmente prestata ad essere la protagonista,

Annalisa Sisti per lavideocamera,

Vanessa Crambert per il supporto morale.

Lavori in corso

La pausa può essere stata lunga, anche se giustificata, ma ora sono in corso i lavori per lo spot della Piazza dell’Immacolata. Intanto pubblico un po’ di foto del back stage per presentarvi me e chi con il suo sudore e isuoi mezzi o la sua presenza ha reso possibile la realizzazione del Lavoro.

aspettando l'apertura di Giufà

aspettando l'apertura di Giufà

 
L’uomo di profilo é Michele Gizzi: direttore della fotografia nonchè valido consigliere per tutta la durata delle riprese e dello studio dei luoghi.
la protagonista

la protagonista

 

 

 

l'operatrice alias me stessa

l'operatrice alias me stessa

 

 

 

 

 

le foto dei luoghi si trovano nel mio flickr

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un esempio di Manifesto

cerere

 

San Lorenzo ospitava diverse fabbriche tra cui il pastificio La Cerere.

Questo è un bell’esempio di manifesto dei primi del novecento. 

In quegli anni la comunicazione visiva

e la pubblicità segiuva questo nuovo strumento: il Manifesto.

Attualmente l’edificio ospita artisti e una scuola di fotografia.

Spot. La memoria di San Lorenzo

Questo blog si apre con la presentazione di un progetto che riguarda l’ideazione di uno spot che rivaluti e/o che faccia conoscere una Piazza di Roma.

Il progetto fa parte del laboratorio di graphic design tenuto dal Prof. De Mata per il corso di specialistica di Comunicazione visiva e multimediale. Tale progetto ha l’obbiettivo di pubblicizzare e far conoscere una piazza di Roma. Ho intenzione di mostrare il mutamento di Piazza dell’Immacolata che si trova nel quartiere di San Lorenzo e poter arricchire, tramite le immagini della memoria storica, chi guarda .

su flickr trovate gli scatti di un primo e secondo sopraluogo in diversi momenti del giorno e della notte.

Con questo spot voglio trasmettere l’importanza di conoscere la storia di un posto apparentemente comune come altri ma che si distingue dagli altri per quello che nasconde, trasformando anche chi ne viene a contatto.

San Lorenzo ha un’origine abbastanza comune ad altri quartieri di Roma ma le vicende storiche l’anno mutato in qualcosa di peculiare. Le migrazioni nei primi anni del ‘900, la resistenza al fascismo, i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, le contestazioni studentesche l’hanno fatto diventare quello che è ora. Un quartiere studentesco e brulicante di artisti ma anche, come un tempo, di piccoli esercizi commerciali e botteghe artigiane creano una commistione unica e caratterizzante in cui la vera costante è il continuo cambiamento.

“smitizzo la vulgata su San Lorenzo, sempre e compattamente <<rosso>>. Sono nato e cresciuto a San Lorenzoe mi è stato insegnato che la verità, e soltanto la verità, è sempre rivoluzionaria. Affermo che questa vulgata contiene qualche menzogna.” (San Lorenzo 1879-1945 Storia e storie di un quartiere popolare romano. Mario Sanfilippo)

“L’idee cammineno co’ le gambe dell’omini e tanti so’ come i cani: coreno perchè c’hanno le gambe storte.” Nonna Ginevra(San Lorenzo 1879-1945 Storia e storie di un quartiere popolare romano. Mario Sanfilippo)

Come in ogni vulgata che si rispetti ci sono alcuni personaggi caratteristici raccontati da Sanfilippo.

Paperone: capocellula comunista dei <<cassamortari comunali>> era un ex gerarchetto semianalfabeta, capofabbricato dell’unione nazionale per la protezione antiaerea. In orbace con stivaloni e pantaloni a sbuffo camminava con i piedi e il culo in fuori.

Cesare Cinotti: dottore appena laureato detto er monzignore. Comportamento prelatizio anche  per lo stretto legame con l’opera PioX.

Liberto Frioli: Il primo Maggio non lavorava andava all’osteria col vestito buono la cravatta rossa garofano bordò all’occhiello della giacca. Si ubriacava cantava Bandiera Rossa e veniva picchiato dagli squadristi.

Attilio Bradanini: verace sanlorenzino credeva che non ci si dovesse mai arrendere e che non si dovesse mai rinnegare un’idea, per questo sottoposto a purghe e bastonato dagli squadristi.

 

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